Carving/Cruising: questi altro non sono che gli utilizzi più classici e frequenti per quanto riguarda il longboard skateboarding; pur trattandosi di due cose abbastanza diverse (il carving consiste nell'effettuare curve concatenate senza perdita di aderenza e senza preoccuparsi troppo di traiettorie e velocità, mentre il cruising -o commuting- è il normale utilizzo del long come mezzo di locomozione), per la scelta della tavola possiamo considerarle insieme, proprio in funzione del fatto che si tratta di deck che possono svolgere entrambi i compiti senza problemi. Non ci sono caratteristiche ben precise che contraddistinguono i deck per questo utilizzo, ma possiamo fare delle distinzioni sulle varie tipologie di deck, anche se i confini tra una categoria e l'altra sono abbastanza relativi e le soluzioni ibride si sprecano; ad ogni modo proviamo a fare un po' di ordine:
mini: si tratta di deck di lunghezza variabile tra i 24" e i 30" ispirati agli skate oldschool, quasi sempre flat (solo la Humu di Longboardlarry è dotata di rocker), poco flessibili, dotati di kicktail e che vanno accoppiati a trucks stretti montati topmount; hanno due grandi vantaggi, ovvero la possibilità di essere trasportati facilmente (fattore che diventa importante se uno si porta lo skate in vacanza o in giro) e la grande maneggvolezza, che ne esalta le doti di commuter, soprattutto in situazioni anguste (ad esempio in città) dove rimane comunque molto più confortevole rispetto al classico skate da street.
long skateboard: questo tipo di deck andava molto di moda alcuni anni fa (soprattutto nei primi periodi in cui i riders di Sector9 e Gravity spaccavano di brutto in park e pool) ora invece sembra essere caduto un po' nel dimenticatoio, comunque si vedono ancora nelle lineup di Sector9, Gravity, SurfOne e Arbor; lo shape è -come suggerisce il nome- quello di uno skate più lungo (in genere vanno dai 39 ai 43" ma in qualche caso si arriva anche a 46"), a volte con un minimo di direzionalità (tail lievemente più stretto); dotati sia di nosekick che kicktail, con un concave medio, spesso privi di flex, si accoppiano a trucks tradizionali montati topmount. È la tipologia di long che risulta più facile portare in skatepark, svolge bene il lavoro in commuting e tutto sommato anche in carving anche se paga qualcosa rispetto ad altre tipologie.
pintail: altro shape classico per quanto riguarda il long, quello con la coda appuntita, tanto per intenderci (che oltretutto è quello preferito per quanto riguarda le tavole homemade); si tratta di long il cui utilizzo principale è il carving in relax e per questo si accompagna spesso a grafiche di ispirazione surrfistica. Le lunghezze vanno in genere dai 40" in su, la larghezza è variabile; possono essere completamente flat o dotati di camber e/o concave, i trucks sono montati quasi sempre topmount (anche se non manca qualche modello dropthrough) e per questo possiamo trovare i wheel wells (meno frequentemente i cutouts). Non c'è una norma per quanto riguarda il flex, anche se -dato che si tratta di deck che si esprimono al meglio nel carving- è più frequente un flex medio-rigido.
drop-carver: in teoria si tratta di un tipo di long che non andrebbe considerato come una categoria a parte, ma il successo del Loaded Dervish e la grande quantità di deck più o meno simili che ne è seguita permette di fare un discorso a parte. Si tratta di deck dallo shape spesso simmetrico, dotati di camber (più o meno marcato), con i trucks montati dropthrough e quindi dotati dei cutouts per eliminare il problema del wheelbite; il flex può variare da morbido a medio-duro (a seconda dei modelli e delle versioni degli stessi), il concave in genere non è troppo aggressivo; in alcuni modelli (ad esempio Loaded Dervish e in modo ancora più evidente Loaded Tan Tien) possono essere presenti un minimo di nosekick e kicktail che permettono -pur essendo di dimensioni ridotte- manuals e shove-it con una relativa facilità. All'atto pratico si tratta di longboards molto polivalenti, che permettono di togliersi grandi soddisfazioni in carving, e grazie al dropthrough risultano sia poco faticosi nel riding in pianura, sia abbastanza facili da gestire negli slide. Pagano qualcosa rispetto agli speedboard quanto a stabilità e controllo a velocità dai 40-50 km/h in su e in pumping rispetto alle tavole topmount.
long skateboard: questo tipo di deck andava molto di moda alcuni anni fa (soprattutto nei primi periodi in cui i riders di Sector9 e Gravity spaccavano di brutto in park e pool) ora invece sembra essere caduto un po' nel dimenticatoio, comunque si vedono ancora nelle lineup di Sector9, Gravity, SurfOne e Arbor; lo shape è -come suggerisce il nome- quello di uno skate più lungo (in genere vanno dai 39 ai 43" ma in qualche caso si arriva anche a 46"), a volte con un minimo di direzionalità (tail lievemente più stretto); dotati sia di nosekick che kicktail, con un concave medio, spesso privi di flex, si accoppiano a trucks tradizionali montati topmount. È la tipologia di long che risulta più facile portare in skatepark, svolge bene il lavoro in commuting e tutto sommato anche in carving anche se paga qualcosa rispetto ad altre tipologie.
pintail: altro shape classico per quanto riguarda il long, quello con la coda appuntita, tanto per intenderci (che oltretutto è quello preferito per quanto riguarda le tavole homemade); si tratta di long il cui utilizzo principale è il carving in relax e per questo si accompagna spesso a grafiche di ispirazione surrfistica. Le lunghezze vanno in genere dai 40" in su, la larghezza è variabile; possono essere completamente flat o dotati di camber e/o concave, i trucks sono montati quasi sempre topmount (anche se non manca qualche modello dropthrough) e per questo possiamo trovare i wheel wells (meno frequentemente i cutouts). Non c'è una norma per quanto riguarda il flex, anche se -dato che si tratta di deck che si esprimono al meglio nel carving- è più frequente un flex medio-rigido.
drop-carver: in teoria si tratta di un tipo di long che non andrebbe considerato come una categoria a parte, ma il successo del Loaded Dervish e la grande quantità di deck più o meno simili che ne è seguita permette di fare un discorso a parte. Si tratta di deck dallo shape spesso simmetrico, dotati di camber (più o meno marcato), con i trucks montati dropthrough e quindi dotati dei cutouts per eliminare il problema del wheelbite; il flex può variare da morbido a medio-duro (a seconda dei modelli e delle versioni degli stessi), il concave in genere non è troppo aggressivo; in alcuni modelli (ad esempio Loaded Dervish e in modo ancora più evidente Loaded Tan Tien) possono essere presenti un minimo di nosekick e kicktail che permettono -pur essendo di dimensioni ridotte- manuals e shove-it con una relativa facilità. All'atto pratico si tratta di longboards molto polivalenti, che permettono di togliersi grandi soddisfazioni in carving, e grazie al dropthrough risultano sia poco faticosi nel riding in pianura, sia abbastanza facili da gestire negli slide. Pagano qualcosa rispetto agli speedboard quanto a stabilità e controllo a velocità dai 40-50 km/h in su e in pumping rispetto alle tavole topmount.
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